- II. Gli scavi, gli studi, il museo
Gli scavi, gli studi, il museo
II.1. Prima del Museo
Il nucleo storico della collezione del Museo di Aquileia si deve all’attività del primo collezionista e studioso di antichità aquileiesi, Giandomenico Bertoli. Egli raccolse numerosi reperti nella sua casa, ancora visibile sull’attuale via Popone, e dedicò ai ritrovamenti effettuati nel territorio tre volumi dal titolo (1739). La sua raccolta confluì successivamente in quelle delle famiglie Cassis Faraone e Ritter Záhony, che nella villa in località Monastero costituirono un vero e proprio museo privato.
Un momento fondamentale per la nascita delle istituzioni museali aquileiesi fu la creazione nel 1807 del primo museo pubblico, il Museo Eugeniano (dal nome di Eugène de Beauharnais, figliastro di Napoleone Bonaparte e vicerè d’Italia), per breve tempo allestito nel battistero della basilica e nella Chiesa dei Pagani. Un’altra originale raccolta si deve all’iniziativa privata di Gerolamo de Moschettini, collezionista e allo stesso tempo responsabile degli scavi di antichità fra il 1815 e il 1831, che fece murare nella stalla annessa alla sua proprietà sculture e iscrizioni in seguito divenute parte del patrimonio del museo.
Nel 1873 il Comune di Aquileia inaugurò il Museo Patrio della Città, la cui ricca collezione sarebbe confluita pochi anni dopo nell’Imperial Regio Museo dello Stato, istituito dalla monarchia asburgica, che fino al primo conflitto mondiale mantenne il controllo della Venezia Giulia e del territorio di Aquileia.