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LE ATTIVITA' PRODUTTIVE

VII.3. La ceramica

Diverse officine ceramiche sorsero nel territorio di Aquileia già a partire dal II secolo a.C.: l’inserimento dell’area nei traffici commerciali mediterranei e la disponibilità di materie prime in loco – argilla, acqua e legname soprattutto – determinarono la fortuna di queste manifatture.

Numerosi scarti di fornace e alcune matrici in terracotta documentano la presenza di forni di cottura distribuiti attorno alla città, fuori dalle mura, anche se pochi sono gli impianti localizzati con certezza. Tra II e I secolo a.C. si producevano manufatti che imitavano, con risultati di bassa qualità, ceramiche importate dalla Grecia e dall’Italia centromeridionale (vasellame a vernice nera e a pareti sottili), destinati prevalentemente al mercato locale; a partire dal I secolo d.C. gli artigiani aquileiesi cominciarono a produrre anche oggetti destinati all’esportazione.

Quasi sicuramente il vasaio Clemens, che produceva coppe e bicchieri in terra sigillata, aveva sede ad Aquileia, ma i suoi prodotti sono stati rinvenuti anche in diversi centri adriatici, padani e d’oltralpe. La scoperta di stampi e di butti di lucerne difettose lascia intuire anche la presenza di diverse fornaci dedicate a questa particolare classe di manufatti; conosciamo il nome di almeno un produttore che ad Aquileia ne marchiava i fondi: Cresces.

 

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