Gli scavi, gli studi, il museo
II.3. il regio museo archeologico di aquileia
Il museo fu una delle prime istituzioni a passare sotto il controllo italiano, il 24 maggio 1915, all'indomani dell'entrata in guerra contro l'Austria. Nonostante la sua vicinanza al fronte, rimase aperto per tutta la durata del conflitto e fu un importante presidio di tutela del patrimonio storico e archeologico. In questo periodo Aquileia con le sue antichità, elevata al ruolo di una "seconda Roma", divenne l’emblema del passato romano e cristiano dell'Italia e, in quanto tale, simbolo ideologico cantato da intellettuali e politici, tra cui Gabriele D'Annunzio.
Nel 1922 divenne direttore del museo l'archeologo Giovanni Battista Brusin, nato ad Aquileia nel 1883 e formatosi nelle Università di Innsbruck, Graz e Vienna. Egli guidò l'istituzione fino al secondo dopoguerra, dando nuovo impulso allo studio del patrimonio aquileiese e agli scavi, favoriti dalla nuova legislazione di tutela. La fortunata collaborazione con l’Associazione Nazionale per Aquileia, nata nel 1929 per promuovere l’archeologia del territorio, gli permise di indagare i principali monumenti della città romana e di avviare significative opere di restauro e riqualificazione finalizzate alla loro pubblica fruizione.